Anche i gemelli hanno alcune diversità, e la Plaza de Toros sembra una di queste; ma la genetica non mente, ed uno sguardo attento può confermare che all'origine delle cose la matrice è unica, ed è molto antica.
Storia
L'Arena per la Tauromachia ha origine, infatti, nell'Europa antica ed in particolare nei classici anfiteatri chiusi, di pianta circolare con gradinate e servizi che circondano uno spazio centrale dove avvenivano gli spettacoli; noi tutti sappiamo che nell'antichità i circhi romani avevano caratteristiche simili a quelle delle odierne arene per tauromachia, e l'origine delle corride come lotta cruenta tra uomini ed animali è da porsi in relazione ad antiche tradizioni romane. Inizialmente le corride spagnole si tenevano nelle piazze pubbliche aperte, poi intorno al 1733, per motivi di sicurezza, si rese necessario creare degli appositi spazi circolari al chiuso.
La Plaza de Toros di Almendralejo
Di proprietà del Comune, l'edificio nasce, come molti altri in città, intorno alla metà dell'ottocento, in un momento di grande prosperità economica legata alla coltivazione della vite e dell'olivo.
Inaugurata nel 1843, la costruzione originaria consisteva in una gradinata con tredici file su volta di sezione ogivale e una barriera in legno. Nel 1881 ha subìto una prima trasformazione, poi nel 1912 sono state realizzate nuove opere che trasformarono l’edificio come lo vediamo oggi, con palchi, balconi, galleria esterna, ingressi e scale.



Decorazione e struttura
Questo edificio si ispira stilisticamente all'estetica mudéjar (stile cristiano che incorpora elementi di ispirazione araba). La costruzione è in muratura di pietra e mattoni, e la struttura interna è una volta ogivale in mattone.

Tra i tanti locali adibiti alle varie funzioni, merita un breve racconto la curiosa cantina con i serbatoi in muratura, unica nel panorama spagnolo e mondiale delle arene.

Era una dipendenza antica, associata ai vigneti non ancora connessi alla produzione su larga scala di vino, quando le grandi aziende agricole cominciarono a costruire, rafforzandolo, il paesaggio rurale almendralejense, lasciando da parte la cosiddetta "agricoltura promiscua", che mescolava viti e ulivi. In questo senso, la cantina, insolitamente inserita in uno spazio come un'arena, è un esempio della produzione e distribuzione di vino prima della grande conversione agricola verificatasi negli anni Cinquanta del XX secolo. E' noto che il vino è associato sia a piccole produzioni di consumo, come a realtà industriali importanti. Almendralejo è un riferimento a entrambe le realtà, e le produzioni tradizionali di famiglia che abbondavano in tutto il paese hanno fatto il salto per la produzione su larga scala, con conseguenti cambiamenti, non solo tecnici, ma anche culturali; da qui il valore storico di questo edificio annesso alla struttura principale.
Tornando all'edificio principale, la struttura circolare può ospitare 6.000 spettatori, la galleria di palchi è ornata con archi in ferro battuto seguendo l'estetica neonazarí (stile architettonico dell’ultima fase dell’arte ispanoaraba). Il palco presidenziale si distingue per la sua dimensione maggiore e per gli ornamenti. La parte frontale è chiusa da una ringhiera in ferro battuto con ornamenti. Gli archi dei palchi sono incoronati da un cornicione composto da quattro file di mattoni, mentre le porte sono ornate con delle grate.
Al primo piano spicca un balcone che circonda l’intero perimetro, nel quale si aprono delle porte con archi a ferro di cavallo, incorniciate da un alfiz (cornice attorno all’arco in arte islamica).
Usi diversi

Oltre le tauromachie, nell'arena oggi si svolgono fiere e feste, come la Fiesta Ibérica del Vino, quando è possibile degustare i prodotti del territorio ed assistere a "show cooking" di cuochi provenienti da tutta l'Estremadura e dal Portogallo. In quest'ambito una delle attività previste è la visita guidata all'antica cantina, unica al mondo sotto le gradinate.
a.c.
nota: un ringraziamento all'amica Maria Jesus Lavin Hernandez per l'aiuto nella traduzione di alcuni testi