San Nicolas de Bari

Non deve meravigliare l’incontro che abbiamo avuto in Almendralejo con la statua di San Nicolas de Bari, conservata nella Chiesa Parrocchiale di Nostra Signora della Purificazione.

Descrizione


Almendralejo, incontro ravvicinato di un certo tipo

San Nicolas de Bari

Non deve meravigliare l’incontro che abbiamo avuto in Almendralejo con la statua di San Nicolas de Bari, conservata nella Chiesa Parrocchiale di Nostra Signora della Purificazione; il santo è venerato in molte città italiane ed in tante nazioni europee, il suo culto fu portato a Nuova Amsterdam (New York) dai coloni olandesi (è infatti il protettore della città di Amsterdam), sotto il nome di Sinterklaas, dando successivamente origine al mito nordamericano di Santa Claus, che in Italia è quindi diventato Babbo Natale. Nelle città di Bari e Venezia, in particolare, sono conservate ossa del santo che hanno storie diverse; infatti si trovavano originariamente a Myra (attuale Turchia) dove il santo era morto, poi furono trasportate a Bari e a Venezia nell'undicesimo secolo, a seguito di due distinte traslazioni. La città era infatti caduta in mano mussulmana e da questo scaturì la volontà di portarle in salvo.

Durante la visita della Chiesa, avvenuta il 27 ottobre in occasione del rinnovo del patto di gemellaggio con la città spagnola, la nostra attenzione è caduta sulla statua, ma solo avvicinandoci abbiamo notato il nome di San Nicolas de Bari ed il particolare dei tre bambini ai piedi del santo.

La curiosità ci ha spinto ad approfondire l’argomento e dobbiamo dire, leggendo vari siti, che non è un caso raro che nel corso dei secoli le storie tramandate prendano connotati e sfumature diverse, con cambiamenti di nomi, luoghi e personaggi. Nell’iconografia ufficiale il santo viene raffigurato essenzialmente in due modi, il primo con tre sfere d’oro in mano oppure tre sacchetti pieni di monete d’oro ai suoi piedi, il secondo vede tre bambini che escono da una botticella; a volte sono presenti ambedue i riferimenti.


Tre sfere d’oro o tre sacchetti pieni di monete d’oro (la dote delle fanciulle)
Dal sito “Santi e beati” leggiamo:
L’episodio si svolge a Mira, città marittima ad un centinaio di chilometri da Patara, ove probabilmente Nicola con i suoi genitori si era trasferito. Secondo alcune versioni i suoi genitori erano morti ed egli era divenuto un giovane pieno di speranze e di mezzi. Secondo altre, i genitori erano ancora vivi e vegeti e Nicola dipendeva ancora da loro. Quale che sia la verità, alle sue orecchie giunse voce che una famiglia stava attraversando un brutto momento. Un signore, caduto in grave miseria, disperando di poter offrire alle figlie un decoroso matrimonio, aveva loro insinuato l’idea di prostituirsi allo scopo di raccogliere il denaro sufficiente al matrimonio.
Alla notizia di un tale proposito, Nicola decise di intervenire, e di farlo secondo il consiglio evangelico: non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra. In altre parole, voleva fare un’opera di carità, senza che la gente lo notasse e lo ammirasse. La sua virtù doveva essere nota solo a Dio, e non agli uomini, in quanto se fosse emersa e avesse avuto gli onori degli uomini, avrebbe perduto il merito della sua azione. Decise perciò di agire di notte. Avvolte delle monete d’oro in un panno, uscì di casa e raggiunse la dimora delle infelici fanciulle. Avvicinatosi alla finestra, passò la mano attraverso l’inferriata e lasciò cadere il sacchetto all’interno. Il rumore prese di sorpresa il padre delle fanciulle, che raccolse il denaro e con esso organizzò il matrimonio della figlia maggiore.
Vedendo che il padre aveva utilizzato bene il denaro da lui elargito, Nicola volle ripetere il gesto. Si può ben immaginare la gioia che riempì il cuore del padre delle fanciulle. Preso dalla curiosità aveva cercato invano, uscendo dalla casa, di individuare il benefattore. Con le monete d’oro, trovate nel sacchetto che Nicola aveva gettato attraverso la finestra, poté fare realizzare il sogno della seconda figlia di contrarre un felice matrimonio.
Intuendo la possibilità di un terzo gesto di carità, nei giorni successivi il padre cercò di dormire con un occhio solo. Non voleva che colui che aveva salvato il suo onore restasse per lui un perfetto sconosciuto. Una notte, mentre ancora si sforzava di rimanere sveglio, ecco il rumore del terzo sacchetto che, cadendo a terra, faceva il classico rumore tintinnante delle monete. Nonostante che il giovane si allontanasse rapidamente, il padre si precipitò fuori riuscendo ad individuarne la sagoma. Avendolo rincorso, lo raggiunse e lo riconobbe come uno dei suoi vicini. Nicola però gli fece promettere di non rivelare la cosa a nessuno. Il padre promise, ma a giudicare dagli avvenimenti successivi, con ogni probabilità non mantenne la promessa. E la fama di Nicola come uomo di grande carità si diffuse ancor più nella città di Mira.

Una recente visita presso il Museo Gallerie dell’Accademia a Venezia mi ha fatto scoprire tre quadri di fine ‘400, con San Nicola che sorregge tre sfere d’oro: nel primo è con san Giorgio e San Sebastiano, nel secondo è presente anche San Giacomo, nel terzo colpisce il curioso atteggiamento del santo verso chi guarda il dipinto.



 

Tre bambini escono da una botticella
Dal sito della Basilica Pontificia San Nicola di Bari leggiamo:
Le storie di San Nicola non sono state narrate tutte allo stesso modo. Ogni popolo le ha rielaborate secondo la sua sensibilità. Ogni copista medioevale ci metteva del suo, quando proprio non incorreva in qualche errore di traduzione o copiatura. Da una di queste sviste nacque la leggenda di S. Nicola più famosa in occidente.
Come si è detto in precedenza, l'episodio più importante e più storicamente documentato è quello che vide il nostro Santo intervenire a salvare tre innocenti dalla decapitazione, fermando la spada del carnefice. Da qualche tempo però, nel mondo cristiano la parola innocenti veniva spesso usata come equivalente di bambini (pueri). Così, ad esempio, i bambini uccisi dal re Erode (per timore che fra essi sorgesse il re d'Israele) avevano dato adito alla festa degli innocenti, che si celebra dopo il Natale. D'altra parte, nelle storie di S. Nicola raramente si diceva che aveva salvato tre uomini oppure tre cittadini di Mira. Per abbreviare e per indicare l'innocenza di quei condannati a morte, più spesso si diceva che Nicola aveva salvato tre innocenti. A quel punto qualche scrittore fece un po' di confusione, affermando che Nicola aveva salva¬to tre bambini, invece di dire che aveva salvato tre innocenti.
Il primo a dare questa erronea traduzione sembra che sia stato Reginold, uno scrittore tedesco che nel 961 dopo Cristo fu eletto vescovo proprio per aver scritto una bella Vita di S. Nicola intercalata da brani in musica. Invece di innocentes Reginold usa il termine pueri, insinuando nella mente dei fedeli che si trattava di una storia diversa dall'episodio della liberazione di tre innocenti dalla decapitazione. Nel corso di circa un secolo e mezzo la "storia" dei bambini salvati da S. Nicola entrò anche negli inni sacri e poco a poco venne elaborato un racconto vero e proprio seguendo due linee principali.
Secondo una prima versione, il fatto sarebbe accaduto mentre Nicola si recava al concilio di Nicea. Fermatosi ad un'osteria, gli fu presentata una pietanza a base di pesce, almeno a quanto diceva l'oste. Nicola, divinamente ispirato, si accorse che si trattava invece di carne umana. Chiamato l'oste, espresse il desiderio di vedere come era conservato quel "pesce". L'oste lo accompagnò presso due botticelle piene della carne salata di tre bambini da lui uccisi. Nicola si fermò in preghiera ed ecco che le carni si ricomposero e i bambini saltarono allegramente fuori dalle botti. La preghiera di Nicola spinse l'oste alla conversione, anche se in un primo momento questi aveva cercato di nascondere il suo misfatto.
La seconda versione della leggenda non parla di bambini, ma di scolari. Un nobile di un villaggio presso Mira, dovendo mandare i figli ad Atene per continuare negli studi, disse loro di passare da Mira a prendere la benedizione del vescovo Nicola. Essendo questi assente, essi non poterono incontrarlo e, giunta la sera, cercarono una locanda. Vedendoli benestanti, l'oste entrò di notte nella loro camera e li uccise, prendendosi i preziosi vestiti. Non contento, mescolò le loro carni con altra carne salata, per darle agli avventori.
Il giorno dopo Nicola, divinamente avvertito, si recò dall'oste chiedendogli della carne. L'oste gli mostrò la carne conservata, aggiungendo che era buona da mangiare. Nicola attese sperando nel suo pentimento, ma quello non diede segni di resipiscenza. Allora il Santo benedisse quelle carni e i tre scolari tornarono in vita. Con la sua preghiera e le sue esortazioni, finalmente l'oste si pentì e promise di condurre una vita virtuosa. I tre scolari, come risvegliandosi dal sonno, presero le loro cose e ripresero il viaggio per Atene.


Il protettore dei pellegrini
Tuttavia resta una domanda inevasa, a parte il patrocinio sui bambini e sulle fanciulle: ci sono altri motivi per cui San Nicola di Bari si trova proprio in Estremadura, ad Almendralejo? Per tentare di dare una risposta dobbiamo riferirci ad una situazione molto peculiare della Spagna, che la distingue dalle altre nazioni europee: la sua storia.
Racconta Gerardo Cioffari nel suo "San Nicola in Spagna sul Cammino di Santiago e nella Reconquista” (Centro Studi Nicolaiani) che nessun’altra nazione "ha una storia attraversata per oltre cinque secoli da una forte presenza musulmana, e quindi caratterizzata dalla lotta per la riconquista cristiana di quei territori." A questo fenomeno è connesso anche quello del Camino di Santiago (San Giacomo), che nel nord della Spagna conduce dai Pirenei verso Compostela. Prosegue il Cioffari ricordando che "la presenza nella Spagna del Nord (Galizia) di questo Santuario era il motore ideale di quella tensione verso la riconquista. Onde la figura di San Giacomo non solo come esperienza del pellegrinaggio, ma anche come vincitore dei Mori. Il culto di San Nicola in Spagna nasce esattamente nelle stesse coordinate di San Giacomo: Nicola è il Santo che ristora con tenerezza il pellegrino, ma difende anche con forza il “suo” pellegrino, specialmente contro i Saraceni, e quindi dai Musulmani."

Prosegue il Cioffari che "due sono i canali di questo affluire del culto di San Nicola in Spagna, la protezione dei pellegrini per tutta l’Europa e il rapporto vincente nei confronti dei musulmani. Il primo è decisamente più noto agli scrittori nicolaiani, anche perché essi danno molta importanza alla traslazione del 1087 e alla presenza delle sue reliquie a Bari, città fondamentale nei movimenti della prima crociata e nei pellegrinaggi successivi. Il che ebbe un impatto in Europa, dove tanti punti di ristoro e rifugi dei pellegrini furono intitolati al Santo di Mira e di Bari."

Tornando a noi, Almendralejo si trova sul Cammino di Via della Plata, l'antico percorso romano che poi diventa quello dei pellegrini dal sud della Spagna verso nord a Compostela, ricongiungendosi al Cammino di Santiago. La presenza della statua nella Parrocchia della Purificazione potrebbe avere dunque questo significato: San Nicolas de Bari diviene colui che protegge i pellegrini anche su questo Cammino, non solo "il tenero santo delle fanciulle o dei bambini, ma il lottatore, il guerriero contro l’Islam."

a.c.

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